#52: Perché non riusciamo più a resistere ai charms sulle borse?
Da accessori frivoli a simboli culturali: come i piccoli ciondoli hanno conquistato la moda e svelato le sue nuove strategie di lusso (e di esclusione).
Colorati, giocosi, divertenti: ormai i charms per le borse affollano ogni angolo e ogni strada delle città più cosmopolite. Ma perché? Cosa rende questi piccoli oggetti così irresistibili, tanto da trasformare anche la più minimal delle borse in un parco giochi psichedelico?
Da Milano a New York, da Tokyo a Londra, questa charmification pesante — fatta di cuori fluo, miniature in peluche, loghi metallici, pupazzi, conchiglie, pompon e portachiavi custom — sta trasformando gli accessori a tracolla in piccole tele d’espressione personale. Ma dietro l’apparente frivolezza si nasconde un fenomeno che va oltre l’estetica: i charms sono diventati un vero e proprio termometro culturale.
Cosa esprimono i charms?
In un’epoca in cui l’individualità si costruisce anche (e soprattutto) attraverso i dettagli visivi, i charms sono una forma di auto-narrazione tascabile. Ogni oggetto appeso ha un significato: un animale preferito, una parola feticcio, un oggetto d’infanzia rivisitato in chiave luxury. È una personalizzazione emotiva, un collage sentimentale che rende l’accessorio più umano, più vicino. Più nostro. E permette di presentarsi visivamente agli altri, ancor prima di proferire parola.
Perché sono così amati?
Che i trend si diffondano a macchia d’olio in poche settimane è ormai assodato, ma quando attecchiscono davvero, è perché sanno coniugare estetica e accessibilità. Non tutti, infatti, possono permettersi una borsa firmata, ma un charm di Loewe, Miu Miu o Prada — a partire da 200/250 euro — diventa una porta d’ingresso al mondo del lusso. Con questo micro-lusso semi-accessibile, le persone hanno la possibilità di portare con sé un frammento di brand, senza mandare in crisi il conto in banca. Perché se una borsa intera sembra fuori portata, un piccolo accessorio basta a far sentire gli acquirenti parte dell’universo di lusso.
Dichiarazione di guerra: contro chi si schierano i charms?
Dopo stagioni di minimalismo rigoroso e quiet luxury, la moda sembra avere bisogno di tornare a giocare. L’austerity post-pandemica ha ceduto (finalmente) il passo a un’estetica meno pallida, più viva e sfrontata. Il successo dei charms riflette dunque un bisogno collettivo di leggerezza e colore: il massimalismo kawaii prende il posto del silenzio ovattato del beige che, per almeno un quinquennio, ha ricoperto corpi, feed e vetrine. E così, in un mondo attraversato da incertezze, crisi e instabilità, un oggetto frivolo e colorato diventa un piccolo antidoto estetico all’ansia. Un gesto ludico, e per certi versi infantile, ma carico di significato: decorare è anche un modo per riprendersi un po’ di spazio, di controllo, di gioia.
I dati parlano chiaro. Secondo Lyst, la domanda di charms è aumentata del 352% nell’ultimo trimestre, mentre le ricerche di borse decorate hanno registrato un +129%. Il trend, insomma, non è solo reale, ma inarrestabile. Non stupisce quindi che brand come Coach, Balenciaga e Prada abbiano investito tempo e risorse per trasformarli in veri protagonisti di stagione, tra runway e campagne pubblicitarie.
A legittimare il trend ci pensano le celebrity: Dua Lipa, Gigi Hadid, Kendall Jenner e le loro borse piene di ciondoli rimbalzano di feed in feed, mentre i reel tutorial su come “charmare” la propria bag fanno milioni di visualizzazioni su TikTok e Instagram. Non è solo moda, è spettacolo social. È linguaggio visivo. È cultura pop che si fa virale. Ma è anche un promemoria – per nulla innocuo – di quanto oggi la moda stia facendo poco in termini di prodotto. Chi l’avrebbe mai detto che saremmo passati dai ricami haute couture alla chincaglieria di plastica?
Eppure eccoci qui, a innamorarci (di nuovo) del superfluo. Perché forse, proprio adesso, è il superfluo a dirci qualcosa di necessario. Ma soprattutto, è ciò che possiamo permetterci.
Dopo che le grandi maison hanno deciso, all’unisono, di alzare i prezzi in modo strategico e sistemico, spostando il focus di mercato sull’1% più ricco della popolazione mondiale, il lusso ha smesso di parlare alla classe media come faceva un tempo.
Così, mentre le borse diventano inaccessibili, restano i charms: piccoli feticci pop, accessibili (quasi), instagrammabili (sempre), perfetti per sentirsi parte di qualcosa.
Un frammento di appartenenza, in un sistema che non ci vuole più protagonisti, ma spettatori. O forse, portachiavi d’autore, plastificati e appesi a qualcosa che non ci appartiene davvero.
5 ciondoli di lusso su cui riflettere:
Miu Miu: un trick in pelle da circa 450 euro che somiglia molto agli scoobydoo che noi Millennials facevamo alle elementari. Ne avevo parlato in un reel su Instagram, diventato virale (oltre 1 milione di views) per l’ondata di “indignazione” che ha scatenato. Ora sul sito…sparito.
Balenciaga propane un mazzo di portachiavi preassemblati per la modica cifra di 725 euro: un tempo ci compravi una borsa, oggi ti porti a casa una manciata di ciondoli.
Hermès: qualche riga più su parlavo di accessibilità, ma tutto va di pari passo. Se una borsa costa 10.000 euro, i charms annessi partono da 4.500. Quasi la metà del prezzo della bag. Da commentare con cautela, o forse con silenzio.
Loewe fa quasi rimpiangere i prezzi di Hermès. Perché almeno con 4.500 euro compri un sogno riconoscibile nel mondo (una mini Kelly). Qui invece parliamo di un “Bambino con Polpo” in feltro a 480 euro. Esteticamente adorabile, certo. Ma…davvero?
Anche Prada propone charms mini ma dai prezzi maxi. Uno dei tanti è questa catena multicolore in poliestere definito sul sito come “un accessorio unico e contemporaneo per arricchire le borse con un tocco personale e distintivo”, ma solo se si possiedono 680 euro.
E voi che ne pensate?
Ricordate che ogni nuova tendenza può essere un punto di partenza: da osservare, reinterpretare, o semplicemente ignorare. I ciondoli di lusso, ad esempio, si possono ricreare a casa con semplici perline e fili colorati, magari recuperando qualche vecchio portachiavi dimenticato in fondo ai cassetti.
La regola è una sola: fatelo solo se piace a VOI, non agli ALTRI. Ché, come sempre nella moda, è solo questione di tempo: questa mania giocosa e colorata verrà presto sostituita da qualcos’altro, dichiarato senz’altro più “in”.
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