#42: Tutti i trend delle sfilate 2025
1 mese, 4 città, 200+ sfilate: ecco ciò che è emerso dalle passerelle di New York, Londra, Milano e Parigi.
L’ultima delle quattro settimane della moda sta per concludersi, e con essa un fashion month denso di riflessioni. Martedì 11 marzo, Parigi chiuderà ufficialmente il sipario su questa stagione, lasciandoci con un interrogativo sempre più pressante: ha ancora senso mantenere due appuntamenti all’anno—primavera/estate e autunno/inverno—quando il ritmo frenetico del sistema moda sembra trasformarli più in un obbligo che in un reale momento di ispirazione?
Molte sfilate hanno dato l’impressione di essere semplici esercizi di stile ripetuti, come Coach, Khaite e Fforme. Altre, come Gucci, sono sembrate di transizione perché orfane di direttori creativi messi alla porta prima del tempo. E poi ci sono stati brand come Dilara Findikoglu, Jane Wade e Collina Strada che hanno presentato collezioni ridotte all’osso, senza nemmeno raggiungere—nel migliore dei casi—i 30 look.
Se a ciò si aggiunge:
La carenza di supporto economico e istituzionale per città spesso trascurate come New York e Londra.
L’ostacolo quasi insormontabile per i nuovi designer di farsi spazio nei calendari già saturi di brand consolidati a Milano e Parigi.
La mancanza di creatività, alimentata da un continuo ciclo di collezioni che non lascia tempo né spazio per la riflessione e l’innovazione.
Il restringimento della classe media, ormai esclusa dal mercato del lusso, incapace di permettersi anche solo occasionalmente quei beni che un tempo, con qualche sacrificio, riusciva ad acquistare.
Il disallineamento con i valori contemporanei, che rende difficile per molti brand rispondere in modo autentico alle istanze sociali, ambientali e di inclusività, senza cadere nel rischio di operazioni di marketing superficiali.
È chiaro che i dubbi fatichino a trovare risposte rapide ed efficaci. Se, da un punto di vista socio-economico, le sfilate ci parlano di una fase di transizione, in cui la ricerca di equilibrio tra tradizione, innovazione e sostenibilità sembra più che mai difficile, cerchiamo allora di analizzare il linguaggio delle stoffe, delle forme e dei colori. Questi elementi, infatti, possono raccontarci più di quanto pensiamo, offrendo uno spunto per interpretare come i designer stiano affrontando le sfide del presente e guardando al futuro della moda.
I trend per l’Autunno Inverno 2025
Oltre a una tendenza polarizzata per cui New York ha presentato un’estetica minimal anni ‘90 mentre Milano una più massimalista, è emersa un’inclinazione verso:
Lo sfacciato ritorno delle pellicce: vi basti sapere che alla Milano Fashion Week l’aumento nell’uso di pellicce—vere o sintetiche—ha registrato un incredibile +996%. Un trend che non si limita all’Italia: anche a New York, Londra e Parigi le passerelle hanno visto un’esplosione di cappotti, stole e dettagli fluffy, spesso reinterpretati in chiave ironica o volutamente esagerata.
Ma anche:
E:
Abiti-lingerie: leggeri, morbidi e seducenti: gli abiti in seta che escono sulle passerelle sono gli stessi che entrano nelle camere da letto. Ma elevati con i giusti accessori confermano che il confine tra intimo e prêt-à-porter è più sfumato che mai.
Rosso: In una nuance intensa e satura, il rosso infiamma le passerelle, tra cappotti avvolgenti e abiti dal taglio audace.
E ancora:
Pelle: da decorazione grintosa a protagonista assoluta, la pelle ora conquista le passerelle in total look, tra silhouette strutturate e finiture che spaziano dal lucido effetto vinile al matte più sofisticato.
Check: Dai tradizionali tartan ai motivi grafici, i quadri tornano a dominare le passerelle in versioni classiche o reinventate con contrasti audaci e accostamenti inaspettati, come il cappotto leopardato.
Velluto: lussuoso e avvolgente, il velluto conquista la stagione con riflessi intensi che variano dal marrone al verde oliva, dall’ocra e al beige, evocando un fascino intramontabile e sofisticato.
Pizzo e trasparenze: Romantico e sensuale, il pizzo diventa protagonista in look trasparenti e giochi di sovrapposizioni, arricchiti da dettagli lingerie sofisticati, come visto nelle collezioni di Chloé e Dior. Un connubio perfetto di eleganza discreta e seduzione raffinata.
Giacche-scultura e bold shoulders: le spalle over, strutturate e decise, scolpiscono blazer, cappotti e abiti, conferendo un’attitudine forte e iper-contemporanea. Le creazioni di Acne, Thom Browne, Vaquera e Stella McCartney esplorano questa tendenza, interpretando la forza delle spalle amplificate in chiave architettonica e minimalista, dove la geometria e l’equilibrio tra volumi esaltano la figura, esprimendo una femminilità forte e al contempo sofisticata.
Pois: iconici e senza tempo, i pois punteggiano le passerelle in versioni maxi, micro o irregolari, tra richiami rétro e tocchi ironici. Moschino, che ha sempre celebrato questa stampa, gioca con il suo spirito rétro, aggiungendo tocchi ironici e moderni. Dai classici abiti a pois alle interpretazioni più audaci, i pois si trasformano in un vero e proprio simbolo di leggerezza e creatività, mescolando nostalgia e innovazione in un mix irresistibile.
Belted: la silhouette si definisce con cinture che esaltano il punto vita con una combinazione di eleganza strutturata e femminilità decisa. Fendi e Prada su tutti interpretano questa tendenza con maestria, giocando con la geometria e la sensualità. I nodi, inoltre, aggiungono un tocco scultoreo ai look, trasformando abiti e tessuti in vere e proprie opere di design. I drappeggi annodati e le cinture che definiscono la figura, donano movimento e fluidità ai capi, esaltando il corpo e creando un perfetto equilibrio tra arte e moda.
E voi, avete notato altri trend? Fatemelo sapere nei commenti.
Io, dopo l’analisi di 200+ sfilate mi sento suonata, esattamente così:
Per questo vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana. Buon weekend!
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